Concetti induismo

 

Trimurti Nome collettivo della triade indu’ composta da Brahma, Shiva e Vishnu. La trimurti rappresenta le tre energie, i guna, che sono alla base di tutte le forme dell’ universo. Brahma, o rajas, crea il mondo; Vishnu, la forma di sattva, conserva il mondo; e Shiva, la divinita’ dell’ oscurita’ trascendente, e’ la forza tamasica, distruttiva. Le tre energie, oscillanti e dipendenti le une dalle altre, sono rappresentate da un triangolo.

Rishi In India gli antichi sapienti, o Rishi, sono considerati i padri della razza umana. I sapienti erano uniti alle forze cosmiche, in quanto facenti parte dell’ universo, e costituiti dalla medesima sostanza. Essi agivano da mediatori tra il mondo degli uomini e il mondo degli dei. Attraverso la meditazione, trascendevano gli angusti confini della propria individualita’ ed esploravano gli infiniti misteri dell’ universo. Compresero la correlazione tra il macrocosmo, l’ universo, e il microcosmo, la terra e la vita umana.

Prana Tutto cio’ che esiste nell’ universo dipende dal prana, il flusso dell’ energia cosmica. Gli antichi credevano che chi avesse compreso la ricchezza del prana avrebbe accumulato grandi ricchezze. Il Prana e’ un’ energia misteriosa: pervade ogni cosa ma e’ inspiegabile per la scienza moderna, le cui teorie sono basate sulla presenza di elementi chimici, molecole, atomi, onde e vibrazioni. Il prana invece puo’ essere percepito in un profondo stato di meditazione e non tramite i cinque sensi. La materia e’ considerata l’ opposto del prana, in quanto cristallizzazione in elementi percepibili di questa forza vitale, e come tale rappresentazione concreta del prana stesso. In India il prana viene considerato “il grande Soma radioso dalla candida veste”, risiede nei corpi sotto forma di corpo “impercettibile”. E’ ritenuto puro e immacolato, poiche’ non e’ legato ad alcuna forma ed organo e fluisce come una corrente di energia attraverso i 72.000 canali,o nadi, del sistema nervoso.

Nirvana o Moksha La meta suprema e’ il regno divino, nel quale scompare ogni vincolo con il Samsara e con le sue sofferenze, e in cui l’ individuo raggiunge la gioia eterna. Lo stato in cui tutti i desideri e tutti gli attaccamenti sono distrutti e’ chiamato ‘Nirvana’

Mentre la mente e i sensi variano e cambiano attivita’, solo la luce del Se rimane costante e immutabile. Essa e’ la Realta’, il ‘Sat’, l’ Atman ed e’ l’ unico punto di immobilita’, lampada passiva e illuminatrice. Poiche’ tutti gli altri tre stati di esperienza sono temporanei e irreali, l’ Atman il Testimone e’ la sola forza reale in noi.

L’ Aksarma ‘Om’ e’ il Brahman Stesso e contiene la verita’ ultima. E’ presente  in tutti e tre gli stati d’ esperienza come Atman o Brahman. Quindi e’ l’eterno testimone.

Avidya: Ignoranza

Atmavydia:  E’ la conoscenza (‘vydia’) dell’ Atman, della Realta’ Assoluta. L’ Individuo si fa assoluto e libero solo quando riconosce il Se come propria realta’ .

Purusa e Prakrti L’ Universo intero consta di due entita’ fondamentali, Purusa e Prakrti. La Prakrti e’ la materia primordiale, il materiale dell’ universo. Il Purusa e’ la consapevolezza individuale, l’ intelligenza.

Purusa e’ passivo, prakrti e’ attiva. Il Purusa e’ l’ intelligenza conscia; la Prakrti e’ attivita’ materiale.

Il solo vero Purusa e’ Dio, il Brahman, Cio’ che e’ limpido, puro, indistruttibile e splendente di luce propria e’ solo Uno, ed e’ lo Spirito, il Purusa.

Darsana:  Significa Visione Suprema vista dall’ occhio interiore

I tre Guna Sono le tre qualita’ fondamentali della Prakrti; ‘ Sattva’, ‘Rajas’ e ‘Tamas’. Sattva e’ la qualita’ della luminosita’, ‘Rajas’ quella dell’ attivita’ e ‘Tasmas’ e’ la qualita’ dell’ inerzia

Amananska:  stato di chi ricerca costantemente di conoscere la verita’ dell’ Io

Lo Yantra e’ un simbolo o grafico magico che tiene lontani gli influssi nocivi, disegnato appositamente da un esperto di Vastu .Yantra  è un termine sanscrito che indica vari tipi di rappresentazioni geometriche dalla forma semplice o più complessa e diagrammi simbolici, utilizzati come supporto nella concentrazione o per favorire l’assorbimento meditativo .

Il termine infatti significa originariamente “veicolo”, “mezzo” o meglio ancora “strumento-oggetto atto a favorire un’esperienza o conseguimento mistico. Gli yantra possono essere compresi nella categoria più ampia dei cosiddetti mandala o chakra utilizzata nella pratica di alcune tradizioni religiose di origine indiana come quelle induiste, nel Jainismo o nel Buddhismo anche fuori dall’India. In generale, ogni figura divina ha il proprio yantra. In qualità di stigmi o segni geometrici vengono impiegati nella religiosità popolare anche come amuleti o talismani portafortuna e beneaguranti. Vengono anche tracciati sul terreno o sui muri delle case in “stile mosaico” con colori naturali. Troviamo i primi segni, le prime incisioni di Yantra, nella civiltà di MohenjoDaro e Harappa (tra il 2000 e il 3000 a.C.). Si tratta di rappresentazioni soprattutto del simbolo solare (la svastica) che rappresenta il fluire ciclico della vita, dell’energia.

Un altro simbolo importantissimo che troviamo da tempi ancora più remoti è il triangolo inverso, cioè con la punta rivolta verso il basso, che da sempre è la rappresentazione dell’energia cosmica riproduttiva, l’energia che crea e sostiene continuamente ogni forma: la Shakti, la Grande Dea Madre universale.